Le ragioni che inducono a collezionare qualsiasi cosa in realtà sono infinite e si trovano nell'animo stesso del collezionista, che per mezzo degli oggetti che raccoglie -ma soprattutto della ricerca- vuole soprattutto realizzare un'opera e "dare un senso" alla propria stessa esistenza.
Una collezione di automobili segue più o meno le medesime regole: tematica per carrozzerie, per motori, per marca... ognuno trova la propria filosofia.
In questo caso, l'idea di partenza é stata il "ricostruire" -o provarci- il parco auto di famiglia a cavallo fra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta. Ma le collezioni sono fatte per essere incrementate, modificate...
L'arrivo di altre vetture seguiva la linea delle "impostazioni tecniche".
Le Alfa Romeo sono state caratterizzate, almeno in epoca moderna, da motori a 4 cilindri (in linea e boxer), 6 cilindri in linea ed a V e 8 cilindri a V.
Ecco quindi la Giulia (4 in linea) affiancata dalla 75 Milano (V6) e dalla 33 (4 Boxer).
La "V8", la prestigiosa Montreal, è un sogno irraggiungibile, così come le "2600" (6 in linea).
Una certa varietà invece é stata mantenuta con gli schemi di trazione, tradizionale quello della Giulia (motore anteriore, trazione posteriore), innovativa la 75 Milano (motore anteriore, cambio e trazione posteriori, ereditato dall'Alfetta) e fuori dagli schemi la 33 (motore e trazione anteriore, orrore per i puristi).
Fondamentalmente le carrozzerie non erano importanti, la 33 esce dagli schemi per ragioni affettive: ma a stretto rigor di logica avrebbe dovuto essere una berlina.
I cambiamenti talvolta avvengono d'istinto. E poi si cerca di trovare in essi una ragione logica...
L'uscita della 75 Milano e l'arrivo dell'Alfetta GT ha in un certo senso riportato un po' di ordine.
Tutte a 4 cilindri, ma con la particolarità del Boxer.
Gli schemi di trasmissione sono comunque differenziati (l'Alfetta mantiene il complesso schema della 75 Milano, che da essa deriva).
E per una volta ci sono almeno tre varianti di carrozzeria: Berlina, Familiare e Coupé. Mancherebbe lo Spider. Ma questa é un'altra storia, ancora da scrivere.
E in un certo senso viene risolta dal "punto di partenza", non Alfa Romeo, ma "trasformabile" e comunque carica di gloria: la 500.
Perché SessantaNovanta? Perchè la folgorante carriera della Giulia e della 500 iniziò proprio negli anni Sessanta (anche se i progetti risalgono alla fine del decennio precedente), e la 33, nata a metà degli anni Ottanta, vide proprio nei Novanta il proprio massimo livello di evoluzione.
Un'altra caratteristica che accomuna tutte le vetture della collezione é quella di essere versioni in qualche modo particolari o comunque "di base", entry level volutamente spartani, che tuttavia riescono comunque a trasmettere sensazioni insostituibili e una gioia di guida tale da ridare lo spirito e l'entusiasmo dell'infanzia e dell'adolescenza.
La mia 159
la mia 156, "condannata" dal Diesel....
1900 e Zagato, accoppiata vincente...
Cosa di meglio nel 1966 che inaugurare il Traforo del Monte Bianco con un collaudo all'insegna del Biscione?
E cosa di meglio che scovare anni e anni dopo questa cartolina ad un mercatino e portarsela via per pochi centesimi?
...che tristezza... speriamo che almeno abbiano continuato a vivere su altre Giulia...
fine ingloriosa...
due ottime occasioni che mi sono lasciato sfuggire, entrambe per pochi soldi... accidenti...
Precorrere i tempi. Se l'avessero capita già allora....
Ancora il Traforo... ma in bianco e nero
Scatti in libertà - Incontro Alfista in Svizzera 6 ottobre 2012